Civita, la città che muore

Non sempre un Paese che muore riesce a risorgere.

Civita di Bagnoregio, una piccola frazione del Comune di Bagnoregio, a circa 15 minuti da Bolsena, si trova al confine con l'Umbria, all'interno della meravigliosa Valle dei Calanchi. Uno dei borghi più belli d'Italia, famosa per essere denominata "La città che muore". Ma è poi vera la sua morte?

Vediamo un po' di storia. La zona fu abitata sin dall'epoca villanoviana (IX-VIII secc. A.C.). In seguito vi si insediarono gli etruschi, che fecero di Civita una fiorente città. Per secoli gli abitanti di Civita hanno dovuto lottare contro l'erosione e le frane che progressivamente limitavano l'area del centro storico realizzando sempre nuove vie d'accesso, come il Bucaione, il tunnel scavato direttamente nella roccia del monte. Divenuta per molti anni quasi un borgo fantasma, Civita di Bagnoregio è oggi collegata a Bagnoregio, da un lungo viadotto realizzato in cemento, ricostruito dopo l'abbattimento del vecchio ponte in muratura, fatto saltare dai tedeschi durante la Seconda Guerra mondiale.
L'aspetto attuale del borgo risale alla fine del Medioevo e da allora è rimasto quasi intatto.

Oggi Civita di Bagnoregio è considerato uno dei Borghi più belli d'Italia e ogni anno viene visitato da centinaia di migliaia di persone che arrivano da tutto il mondo per ammirare il suo aspetto fuori dal tempo e l'atmosfera magica che si può percepire passeggiando tra i suoi stretti vicoli. Al borgo vi si accede da Porta Santa Maria, con un arco in peperino e sormontata da una loggetta. Continuando per la stradina, si sbuca sulla caratteristica Piazza San Donato. Qui, al posto della pavimentazione, è presente una breccia mista a terriccio che da la sensazione di essere improvvisamente tornati indietro almeno di quattrocento anni.

Sempre nella piazza si trova il Duomo di San Donato. Al suo interno la chiesa conserva un crocifisso ligneo quattrocentesco ritenuto miracoloso.
Al fatto di essere miracoloso si lega la Processione del Cristo Morto. La sera del Venerdì Santo, infatti, la scultura viene portata in processione a Civita di Bagnoregio. La tradizione vuole che essa ritorni assolutamente entro mezzanotte al borgo, pena la sua acquisizione da parte dei "cugini" bagnoresi".

Dopo essere usciti dal Duomo ci accorgiamo che il centro storico è di per sé un’attrazione, ma per vedere altro si possono visitare i palazzi nobiliari dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni costruiti dalle importanti famiglie del viterbese nel corso del Rinascimento, e girare tra i vicoli di Civita di Bagnoregio, caratterizzati da archetti, cortili e piazzette, e da case medievali e rinascimentali. Negli ultimi anni diversi locali hanno reso più gradevole l'escursione e non sarà difficile notare la presenza di gatti bellissimi. I sempre più famosi e fotografati "gatti di Civita".

Quindi, ecco la risposta alla mia domanda iniziale sulla sua morte: si Civita come paese non ha più una popolazione autoctona, i dati ci danno chi 11 chi 16 abitanti. Ma allo stesso tempo ha aperto le sue porte al pubblico turistico. Nelle stradine si trovano negozietti e botteghe artigiane. Per me non è una morte ma è una rinascita. Civita sta tornando alla vita. Di certo non so dire se sia una vita migliore o una vita peggiore, ma almeno non rischia di diventare uno dei tanti bellissimi borghi italiani abbandonati, otre che dalla gente, all'incuria e al passare del tempo.

Termino informandovi che per accedere al Borgo si deve pagare un biglietto. Si può visitare tutti i giorni dell'anno: il prezzo è di 5 euro.

Questo è il sito ufficiale di Civita;
Questo è il link del sito del comune di Bagnoregio.

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